domenica, Dicembre 22 2024

comunicato stampa

DAL 9 FEBBRAIO AL 26 MAGGIO 2024

ANTONIO DONGHI. LA MAGIA DEL SILENZIO

RETROSPETTIVA A CURA DI FABIO BENZI

Il percorso artistico di uno dei maggiori interpreti del Realismo magico in Italia, riscoperto attraverso una serie di autentici capolavori

PALAZZO MERULANA

Via Merulana 121, Roma

Antonio Donghi fu uno dei maggiori interpreti del Realismo magico in Italia. Il suo immaginario astrattivo, al tempo stesso realista, ha impressionato gli studiosi e il pubblico, dopo un silenzio critico di molti decenni, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, al punto che le sue opere sono ormai incluse nella maggior parte delle rassegne internazionali sugli anni Venti e Trenta, fino a comparire sulle copertine dei relativi cataloghi come immagine iconica di quel contesto. La sua ricerca, appar- tata e silenziosa, nella sua epoca aveva attirato l’interesse di critici importanti, ma la sua altezza si è rivelata appieno con una riscoperta relativamente recente.

A questo straordinario artista dal 9 febbraio al 26 maggio 2024 Palazzo Merulana dedica la retrospettiva “Antonio Donghi. La magia del silenzio”, che permetterà ai visitatori di conoscere e ammirare una serie di autentici capolavori, alcuni esposti al pubblico per la prima volta.

La mostra è prodotta da CoopCulture ed è stata realizzata grazie al sostegno delMain Sponsor UniCredit, che ha anche contribuito con sedici importanti prestiti delle opere di Donghi, provenienti dalla straordinaria collezione esposta a Palazzo De Carolis, sede di rappresentanza del gruppo bancario a Roma.

LE OPERE

Sono raccolte trentaquattro opere, prevalentemente acquistate direttamente alle maggiori mostre del tempo (Biennali di Venezia, Quadriennali di Roma, ecc.) o altrimenti reperite sul mercato. Il progetto espositivo intende presentare i nuclei più significativi provenienti dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, dalla Banca d’Italia, dalla UniCre- dit Art Collection e dalla Fondazione Elena e Claudio Cerasi, che nel loro in- sieme rappresentano l’intero percorso dell’artista, toccandone tutti i temi princi- pali: paesaggi, nature morte, ritratti, figure in interni ed esterni, personaggi del circo e dell’avanspettacolo. In particolare, la mostra si pone come approfondi- mento di uno dei principali nuclei pittorici rappresentati nella Fondazione Elena e Claudio Cerasi, che possiede ed espone in permanenza tre fondamentali capolavori donghiani: Le lavandaie (1922-23), primo vertice in assoluto del maestro; Gita in barca (1934); Piccoli saltimbanchi (1938). Solo tre dipinti particolarmente iconici (La Pollarola, Ritratto di Lauro De Bosis, Annunciata), legati in diverso modo alla collezione Cerasi, sono inseriti al di fuori del nucleo delle collezioni pubbli- che.

Sulla trama delle opere di Donghi in queste collezioni è possibile ricostruire inte- ramente il suo percorso artistico. Rimeditare il ruolo, il metodo, le aspirazioni di questo artista chiuso e difficile, ma al tempo stesso creatore di opere uniche e impressionanti per il loro clima sospeso, per la densità di interrogativi che pone allo spettatore, pur nell’apparentemente nuda realtà in cui sono presentati gli ano- nimi protagonisti dei quadri, appare oggi un doveroso passo in avanti per la sua conoscenza.

La curatela dell’attesa retrospettiva a Palazzo Merulana è affidata al prof. Fabio Benzi, che proprio per lo stesso museo aveva curato nel 2019 la mostra-studio “Giacomo Balla, dal Futurismo astratto al Futurismo iconico”. Con questo nuovo progetto espositivo Benzi, da profondo conoscitore della pittura della seconda metà del XIX secolo e del XX secolo, con appassionato spirito d’indagine si in- terroga sulle ragioni del repentino passaggio dell’artista, tra la fine del 1922 e l’inizio del 1923, da uno stile basato su una tradizionale pittura di matrice otto- centesca a una visione completamente rinnovata, capace di inserirsi e incidere nell’avanguardia europea. Al contempo intende aggiungere alla rivisitazione del percorso artistico donghiano non solo uno studio, ancora mancante, sulle sue fonti culturali estremamente eclettiche, volte a far riviver in forme nuove i ritmi interni della pittura classica italiana, ma anche una riflessione sull’importante ruolo che alcune collezioni pubbliche romane hanno svolto, attraverso la raccolta delle sue opere, per la conoscenza e diffusione della sua arte.

“ESSENZA DI ROMANITÀ”

Donghi è un pittore nitidamente romano nella sua natura e nella cultura dell’epoca, come emerge anche dagli stupendi paesaggi della città e dei suoi dintorni, in cui l’artista sembra voler estrarre la componente atmosferica per farli vivere di una vita immobile ed eterna. In questo senso anche le collezioni romane, pur conside- rando la sua presenza non indifferente in moltissime altre istituzioni museali ita- liane, hanno letto in questa sua profonda essenza di romanità una ragione di col- lezionismo eccezionale, che non si è invece realizzata per i molti altri pittori ope- ranti nella Capitale negli anni tra le due Guerre.

Antonio Donghi, nato a Roma nel 1897, appartiene alla generazione appena troppo giovane per aver vissuto e condiviso le istanze moderniste delle Secessioni romane come della prima fase del Futurismo, che si colloca con la sua maturità negli anni del primissimo dopoguerra: cioè a contatto con le istanze del “ritorno all’ordine”. Contribuì allo sviluppo di quell’ottica di riscoperta di radici tradizio- nali, piuttosto che percorrere una strada di decostruzione formale avanguardistica. Nonostante ciò, la sua tecnica particolare riuscì a enucleare una visione larga- mente condivisa in ambito romano e italiano, portandola a risultati di grande al- tezza ed espressività, pur non essendo tra i fondatori o i teorici di tale ottica. Da Giotto alla pittura rinascimentale, da Raffaello all’arte del Seicento, l’artista for- nisce una lettura in cui le fonti sono talmente introiettate da risultare nascoste e quasi invisibili attraverso la griglia solida, architettonicamente impenetrabile, delle sue composizioni.

IL PITTORE CHE PONE DOMANDE

La critica ha parlato spesso di Donghi come di un pittore che pone domande in- vece di dare risposte. La sua passione per il teatro, per le maschere, sembra celare volontariamente la realtà dei personaggi rappresentati. Una delle strade per appro- fondirne e spiegarne la storia artistica è quella di ricercare in dettaglio il suo mec- canismo creativo, individuando dalle flebili tracce pittoriche l’evoluzione e il con- testo culturale che esprime in modo così compulsivamente interiorizzato.

Donghi coglie la radice formale dell’arte antica e al contempo l’espressione meno aulica del costume nazionale; diviene il poeta malinconico di un’Umanità che sembra essere a un bivio. La lenta tradizione romanesca o la modernità dei tempi nuovi?

In questo scontro di nuove identità borghesi, di un mondo che cambia e in cui le tracce di un passato popolaresco ma vivo si mescolano alle nuove mode di intrat- tenimento e di emancipazione femminile, i personaggi sembrano davvero inter- rogarsi sulle loro identità, come in una commedia di Pirandello o di Bontempelli, figure incerte di se stesse e del loro ruolo nel mondo. E forse incerte persino del presente, presaghe di una tragedia latente che si stava consumando intorno a loro: personaggi in bilico tra fascismo opprimente e rilassata quotidianità, come il cap- pello sul sigaro di un equilibrista.

La mostra è realizzata con il contributo della Regione Lazio L.R. 24/2019, Piano Annuale 2023 per attività e ammodernamento – Musei, e il patrocinio gratuito di Roma Capitale.

Modalità di visita

La mostra è inclusa nel biglietto di ingresso di Palazzo Merulana, che comprende la visita alla Collezione Cerasi. E’ aperta al pubblico dal mercoledì alla domenica ore 12- 20

Biglietti: Intero € 12,00,
Ridotto € 10,00 (Giovani under 26, adulti over 65, insegnanti in attività, possessori di Cartax2, possessori Lazio Youth card). Ridotto Scuole € 4,00.
Gratuito (bambini e ragazzi under 7, un insegnante ogni 10 studenti, un accompagnatore ogni 10 persone, disa- bile con accompagnatore, possessori Pass Palazzo Merulana e Pass Palazzo Merulana Young, membri ICOM, guide turistiche con patentino).

Maggiori informazioni: www.palazzomerulana.it

Ufficio Stampa

Leeloo – informazione e comunicazione

ufficiostampa.leeloo@gmail.com 331 6176325 – 388 1066358 – 338 3898673

Previous

Enogastronomia a Teatro

Next

FLAMENCO ENTRE AMIGOS

Check Also